Fragili, o di un costante sprofondare

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Ogni scatto è una fragilità messa a nudo, un’identità scoperta e sommersa a cicli cadenzati che richiede al nostro sguardo: “Cosa significa esser travolti?”.
Il Delta, segnato geologicamente dalla fragilità dei suoi confini e orizzonti e dal suo costante sprofondare - sotto la terra e sotto il mare - diventa territorio dell’imponderabile e gioca un ruolo di rivalsa sull’uomo.
Ritratto quasi fosse una geografia interiore e immaginaria, rappresentato nel paradosso attrazione-repulsione, visibile-invisibile, il paesaggio si para immobile di fronte agli occhi in una continua richiesta di ridefinizione e cura.

Fragili, o di un costante sprofondare è un’introspettiva, una ricerca identitaria specchiatasi nella fissità dei movimenti apparentemente immobili, una camminata nelle aree interne del Delta del Po.
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